Kovalevskaja Sof'ja Vasil'evna

Nome: Sof'ja Vasil'evna Kovalevskaja
Notizie: (Mosca, 15 gennaio 1850 - Stoccolma, 10 febbraio 1891) Sof'ja Vasil'evna Kovalevskaja è stata una matematica, attivista e scrittrice russa. Fu la prima donna russa matematico e fisico, ed anche la prima donna in Europa ad ottenere una cattedra universitaria (1889, Svezia). A volte il suo nome compare nelle pubblicazioni come Sonya Kowalevski (oppure, occasionalmente, Kowalevsky). Sof'ja Vasil'evna Kovalevskaja nacque a Mosca, il 15 gennaio del 1850, seconda di tre figli, da V. V. Korvin–Krukovskij, generale–tenente di artiglieria, e da Elisaveta Fedorovna Schubert. Il nonno F. F. Schubert, generale di fanteria, era un noto matematico, e il bisnonno era un astronomo molto famoso. Sof'ja Kovalevskaja trascorse la sua infanzia a Pablino, una tenuta di famiglia nel distretto di Nevelsk, il governatorato di Vitebsk. Incominciò a prendere lezioni di matematica all'età di otto anni dall'istitutore Iosif Ignatievic Malevic. Nel 1866 Kovalevskaja si recò per la prima volta all'estero. Successivamente si trasferì a San Pietroburgo dove frequentò le lezioni private di analisi matematica di A.N.Strannoliubskij. Nel 1868, all'età di 18 anni, Kovalevskaja sposò, con un matrimonio di convenienza, Vladimir Kovalevskij, un giovane studente di paleontologia, con il quale lasciò la Russia e si recò a Heidelberg per poter studiare, anche se non ufficialmente, all'Università. A quei tempi infatti le donne non potevano frequentare le Università Europee senza il permesso del padre o del marito e non potevano comunque conseguire la laurea. Nel 1869 frequentò le lezioni del professor Kenigsberger all'Università di Heidelberg. Dal 1870 al 1874 fu presso l'Università di Berlino dove Karl Weierstrass, colpito dalle sue notevoli doti matematiche, volle prenderla sotto la sua guida impartendole lezioni private. Kovalevskaja fu un'ardente sostenitrice della lotta rivoluzionaria e delle idee socialiste. Nell'aprile del 1871 insieme al marito Kovalevskij andò a Parigi, allora assediata, per curare i combattenti feriti. Più tardi partecipò alla liberazione dalla prigione del cognato Victor Jaclard, uno degli attivisti della Comune di Parigi. Kovalevskaja preparò tre diverse tesi di dottorato sotto la guida e il sostegno di Weierstrass e ne seguì una quarta ("Zur Theorie der partiellen Differentialgleichungen") che le fece guadagnare, nel 1874, presso l'Università di Gottinga, un dottorato summa cum laude. I frutti della sua ricerca furono così impressionanti che l'Università ritenne superfluo farle sostenere qualunque altro esame per conseguire la laurea, conferendole il titolo di Dottore in Filosofia. I suoi risultati, conosciuti come il Teorema di Cauchy-Kovalevski, vennero pubblicati nel 1875. Fu così, prima donna in Europa, ad ottenere un dottorato in matematica. Il suo ritorno in Russia fu inutile per la sua carriera professionale poiché nessuna Università riconobbe i titoli conseguiti in Europa. Tuttavia, nel 1879 Kovalevskaja fece un intervento durante la VI conferenza degli studiosi di Scienze Naturali a San Pietroburgo. Nel 1881 venne nominata membro della Società matematica di Mosca come docente privato. Al ritorno in Germania, ebbe una figlia, Sofia. Kovalevskaja interruppe i suoi lavori matematici per circa un anno. Dopo la morte del marito, suicidatosi nel 1883, si trasferì con la figlia a Stoccolma. Nel 1884 cambiò nome e si fece chiamare Sonia Kovalevskij. Divenne, prima donna al mondo, professore di matematica, ottenendo la cattedra all'Università di Stoccolma (Högskola) con l'obbligo di tenere le lezioni in tedesco per il primo anno di insegnamento e in svedese per l'anno successivo. In breve tempo imparò perfettamente lo svedese tanto da pubblicare i suoi lavori di matematica e altre opere in questa lingua. Nel 1888 vinse il Prix Bordin presso l'Accademia delle Scienze di Parigi e nel 1889 ottenne il Premio della Reale Accademia delle Scienze di Svezia. Nello stesso anno ricevette il titolo di Accademico dell'Accademia delle Scienze di Russia. Il 29 gennaio 1891 Kovalevskaja morì a Stoccolma di polmonite, all'età di 41 anni. Attività scientifica: le ricerche scientifiche più importanti di Kovalevskaja riguardano la teoria della rotazione di un corpo rigido. La scienziata scoprì il terzo caso classico della risolubilità del problema della rotazione di un corpo rigido con un punto fisso, contribuendo così allo sviluppo della risoluzione del problema iniziata da Leonhard Euler e Joseph-Louis Lagrange. Kovalevskaja dimostrò l'esistenza della soluzione analitica del problema di Cauchy per i sistemi di equazioni differenziali alle derivate parziali. Trattò il problema di Laplace riguardante l'equilibrio degli anelli di Saturno, ottenendo la seconda approssimazione. Riuscì a risolvere il problema della riduzione di alcune classi di integrali abeliani del terzo rango a integrali ellittici. Kovalevskaja lavorò anche nel campo della teoria del potenziale, della fisica matematica e della meccanica celeste. Nel 1889 ricevette il Gran Premio dell'Accademia Parigina, per lo studio della rotazione della trottola pesante asimmetrica. Noti scienziati russi, quali Aleksandr Grigorievich Stoletov, Nikolaj Egorovic Žukovskij, Nikolaj Alekseevic Nekrasov, scrissero opere sui trattati di Kovalevskaja, pubblicate poi nell’edizione russa della "Raccolta Matematica", vol. XVI. Attività letteraria: grazie alle sue eccezionali doti matematiche, Kovalevskaja poté raggiungere alte vette nel campo della matematica e della meccanica. Tuttavia, essendo una natura vivace e passionale, non bastarono le ricerche astratte di matematica e la fama raggiunta a farla sentire completamente appagata nelle sue aspirazioni. Kovalevskaja fu sempre alla ricerca di profondi legami sentimentali ma il destino spesso non fu benevolo con lei. Proprio negli anni in cui aveva raggiunto la sua massima fama, nonostante avesse ricevuto il premio dell’Accademia Parigina e l’attenzione di tutto il mondo, fu, per la scienziata russa, il periodo di una profonda sofferenza interiore in quanto sentiva infrante le proprie speranze di felicità. Kovalevskaja ebbe sempre un rapporto cordiale con quanti la circondavano. Grazie alla sua sensibile e raffinata capacità di osservazione e riflessione poté sviluppare un grande talento per esprimere in forma artistica tutto ciò che vedeva e sentiva. Il ritardo con cui venne scoperto il suo talento letterario e la sua morte precoce non permisero a questa donna straordinaria, profondamente colta ed eclettica, di sviluppare e definire la sua nuova qualità di scrittrice. Tra le sue opere letterarie più importanti, scritte in madrelingua o tradotte in russo, citiamo: "Le memorie di George Eliot" (Russkaja Misl, 1886, n. 6), "Le memorie dell'infanzia", racconto (Vestnic Europi, 1890, n. 7 e 8), "Tre giorni nell'Università di Agraria in Svezia" (Severnij Vestnic, 1890, n. 12), Poesia postuma (Vestnic Europi, 1892, n. 2). Scrisse in svedese le memorie della rivolta polacca e il romanzo "La famiglia Voronzov" che racconta l’epoca della contestazione giovanile russa alla fine degli anni 60. Ma il maggior interesse è rappresentato dal dramma "Kampen för Lyckan, tvä nne paralleldramer of K. L." ( Stoccolma, 1887) perché caratterizza la personalità di Kovalevskaja. Questa opera è stata tradotta in russo da M. Lucitzkaya con il titolo "La lotta per la felicità. Due drammi paralleli". In questo doppio dramma, scritto in collaborazione con la scrittrice svedese Leffler–Edgren, la matematica russa ha voluto rappresentare il destino e l’evoluzione di due persone da punti di vista opposti, "come era" e "come poteva essere". Alla base di questa opera sta una sua idea scientifica. Kovalevskaja infatti era convinta che tutte le azioni e i comportamenti delle persone sono predeterminate ma, nello stesso tempo, riconosceva che nella vita di ciascuno possano presentarsi circostanze in cui è indispensabile compiere una scelta e, a quel punto, gli eventi della vita dipendono da quella particolare scelta. Questa ipotesi di Kovalevskaja aveva un fondamento importante: la ricerca di Henri Poincaré sulle equazioni differenziali. Gli integrali delle equazioni differenziali considerati da Poincaré rappresentano, dal punto di vista geometrico, le curve continue, che si diramano soltanto in alcuni punti particolari. La teoria dimostra che il fenomeno si propaga lungo la curva finché non si arriva al punto di biforcazione: è qui che tutto diventa indeterminato e non si può prevedere in anticipo lungo quale ramo avanzerà la propagazione del fenomeno (si veda anche la teoria delle catastrofi).
![]() Stato: Russia Anno: 1996 |
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![]() Stato: U.S.S.R. Anno: 1951 |
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